Guggenheim New York: Ricostruire L’Universo Con Il Futurismo Italiano

Italian Futurism Reconstructing the Universe in New York with Depero

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Guggenheim New York: Ricostruire L’Universo Con Il Futurismo Italiano

 

Mostra al Guggenheim di New York: Italian Futurism, 1909 – 1944

 

Non c’è ancora molto tempo ma chi si trova da quelle parti non può certo mancare ad un grande appuntamento: quello che il Guggenheim ha dedicato al futurismo italiano. Solo un paio di mesi, poco più poco meno, e il 1° di settembre la mostra chiude i battenti.

Un’occasione per vedere una retrospettiva unicamente dedicata al movimento futurista fondato da Filippo Tommaso Marinetti. Si ripercorreranno i punti salienti della storia del Futurismo, dalla pubblicazione del Manifesto del 1909 sino al tramonto del movimento al termine della seconda guerra mondiale.

La mostra esibisce più di trecento lavori, eseguiti tra il 1909 ed il 1944 selezionati per proporre un percorso composto non soltanto da quadri e sculture ma anche da oggetti di design, ceramiche, film, fotografie.

Tra i lavori presentati si possono ammirare anche le marionette di FORTUNATO DEPERO, opere nate in occasione delle rappresentazioni teatrali progettate con l’amico Gilbert Clavel.

 
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Depero, la nascita dell’innovazione e dei “Balli Plastici”

 

Così descrive l’amico lo stesso Depero: “Un giorno Michele Semenoff conduce nel mio studio un suo amico svizzero, il poeta Gilbert Clavel. Un signore piccolo, gobbo, con naso rettilineo come uno squadretto, con denti d’oro e scarpette femminili, dalle roste vitree e nasali. Entra nel mio studio e, davanti alla scena plastica che sto costruendo, rimane sorpreso. Mi dice che sta scrivendo una novella che si svolge su di un’isola di flora irreale, popolata di architetture fiabesche. Così ci conosciamo, ci comprendiamo, diventiamo amici. E mi invita a Capri. A Capri si parlò di teatro, avevo appena finito i costumi e la scena per Diaghileff, che mi venne una nuova idea: quella di ottenere maggiore libertà plastica figurativa e proporzionale nei costumi, personaggi e scenografia, eliminando la figura umana, riducendo lo spettacolo nella misura. Ritornare in certo modo al teatro dei piccoli, automatico, ma integralmente riformato.

Nacquero così i selvaggetti rossi e neri, la grande selvaggia col teatrino nel ventre che magicamente partoriva sulla scena. Nacquero arlecchini d’ogni colore, farfalle giganti, uomini dai baffi d’oro, azzurri e piatti simili a coleotteri di lusso di tre dimensioni: scimmie verdi, orsi azzurri, serpenti metallici e figure astratte in libertà.”

Lo spettacolo teatrale “Balli plastici” andrà in scena a Roma al Teatro dei Piccoli nella primavera del 1918, prima vera sperimentazione dove attori e ballerini sono sostituiti da marionette di legno.

 

…e oggi riappaiono

 

Vito Cappellari, designer dello studio Designobject.it li ha ricreati con maestria artigianale e cura nei minimi particolari.

 
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Cappellari non è alla sua prima avventura nel mondo dell’arte. Ricordiamo le sue reinterpretazioni delle macchine edili di LEONARDO DA VINCI con la premiata Leonardo Lamp.
 
E certamente, conoscendolo, non sarà certamente l’ultima.